Emozioni in linguaggio digitale interattivo

Tra carta e digitale è la rubrica di Giulia Natale che esplora la biblioteca del futuro, tra storie fatte di carta e di pixel!

Paura, amore, umiliazione, rabbia, felicità, frustrazione, sorpresa, disgusto, gioia… la nostra dimensione di esseri umani ci lega indissolubilmente a provare e a doverci confrontare con differenti stati d’animo, certo, con variazioni e intensità molto soggettive, ma presenti e determinanti nella vita di ciascuno di noi; emozioni e sentimenti sono stati – e sempre saranno – oggetto di analisi da parte di scrittori, artisti, registi, cantanti, poeti, psicologi, e anche di politici e analisti di marketing, tanto potente è la forza della loro “intrusione” nelle nostre esistenze.

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Nel corso degli anni ho apprezzato quanto la scuola si sia dedicata ad esplorare questo tema (ricordo, ad esempio, la passione con cui una maestra della scuola dell’infanzia leggeva Che rabbia!, un classico di sostegno), con approcci e strumenti differenti in base al grado di istruzione e al gruppo classe, per esaminare insieme ai ragazzi la varietà delle emozioni attraverso la poesia, l’arte o la filosofia e anche per affiancarli in un percorso di crescita a volte faticoso, per offrire una scorta di suggestioni (come a dire, – “Guarda, del tuo sentimento, di questa tua agitazione, hanno parlato anche altre persone, non sei solo/a!”).

Alla luce di questa riflessione, mi sembra qui naturale che l’indagine si estenda al mondo dei contenuti digitali interattivi, andando a chiederci se e come le app per bambini e ragazzi affrontano questo tema.

Pertanto la mia proposta è condividere alcune risorse che potrete poi esplorare con i ragazzi. Sarete voi a stabilire quale o quali si adattano meglio ad un percorso nelle vostre classi.

Per i piccolini fino a 4-5 anni, c’è Avokiddo Emotions (qui per iOS e Android) dello sviluppatore Avokiddo, che da sempre, avendo come pubblico di riferimento i 3+, crea contenuti su interattività intuitive, immediate e baldanzose, con animali buffi graficamente curati in un contesto di gioco puro.

La dinamica di funzionamento prevede l’attivazione di una manopola che fa cadere sull’animale selezionato fra quattro (alce, zebra, giraffa, pecora) tanti oggetti che generano una sua differente emozione/reazione e strambi effetti sonori (spugna per lavarli, lecca lecca, maschera con boccaglio…)

Al primo sguardo mi era sembrata insipida, poi l’ho rivalutata soprattutto in relazione a un utilizzo condiviso in piccoli gruppi. L’obiettivo da focalizzare è mantenere l’attenzione dei bambini sui motivi che suscitano la reazione dell’animale e la quantità è apprezzabile (nel caso della comparsa di maschera, boccaglio e acqua fino agli occhi, ad esempio, è utile commentare con i bambini se l’animale provi tensione, piacere o diletto).

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Per la primaria, ho invece valutato possa funzionare ottimamente sia MyAppEduc (qui per iOS e Android) sia Moi, j’attends (qui Android), per motivi diversi.

La prima, pubblicata da Centro Zaffiria, è frutto di un progetto sperimentale e avvicina adulti e bambini su diversi media.

È rivolta a insegnanti, educatori e genitori mirando a potenziare  le competenze di educazione ai nuovi media e alla multimedialità tramite esercizi e esempi di attività ludiche e interattive da svolgere in classe.

L’interattività parte da tre isole virtuali (isola delle pratiche Digitali e Mediatiche, delle Informazioni e quella delle Emozioni) corredate da proposte concrete e il lavoro sulle emozioni non manca. Questo è il sito, l’app è gratuita.

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La seconda, ancora disponibile per Android, è eccezionale per la delicatezza narrativa e interattiva con cui racconta gli accadimenti e le emozioni di un uomo nel corso dell’intera vita; grande poesia accompagnata da una colonna sonora originale, impeccabile nello scandire alcuni momenti cruciali dell’esistenza di tutti noi (nascita, avversità, gioie, morte…).

È un’app non scontata per parlare di emozioni, ma sono tanti i bambini ad avere necessità di dialogo su questo argomento e quindi sono sempre più convinta la si possa portare in primaria, verso fine ciclo.

Scalando, infine, la complessità dei contenuti nello svelamento delle emozioni grazie alla progettazione interattiva, credo si possa fare ottimo uso di app come Florence (qui per iOS e Android), Old man’s Journey (qui per iOS e Android), To the moon (qui per iOS e Android), Behind the Frame (qui per iOS e Android), oppure Hindsight (qui per iOS) ma per quest’ultima il mio invito è introdurla con cautela. Credevo di conoscere il significato di narrazione immersiva ma non avevo ancora scoperto Hindsight!

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È un viaggio della protagonista nell’emozione dei suoi ricordi, della sua vita, dalla sala parto a lei anziana appoggiata a un bastone; gli anni sono passati e si domanda chi sia, chi sia stata, il senso del vivere. Noi, chiamati a dirigere l’interattività per far procedere la storia, siamo immersi nei colori e nelle atmosfere della sua esistenza, esattamente al suo fianco, esattamente provando le sue emozioni, nella luce flebile dei suoi giochi di bambina, nel rapporto con i genitori. Un mondo che ci cresce intorno attraverso sipari e “porte di passaggio” incredibilmente creative e imprevedibili.

I migliori conoscitori e condottieri delle vostre classi siete voi, saprete scegliere fra queste, o fra altre, quella più utile per parlare con i ragazzi dell’emozionarsi anche con il digitale.

Buona condivisione.

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