Una didattica inter-intelligente con les Misérables

Tra carta e digitale è la rubrica di Giulia Natale che esplora la biblioteca del futuro, tra storie fatte di carta e di pixel!

Condivido con voi un aspetto relativo a ragazze e ragazzi che in me crea sempre agitazione e grande apprensione. Da anni i dati raccolti sull’abbandono scolastico precoce sono preoccupanti e hanno portato l’Italia ad essere ripetutamente definita, con antipatica espressione, “fanalino di coda” fra gli Stati d’Europa.

Non affrontiamo ora le ragioni complesse che generano tale situazione, ci limitiamo a un’evidenza: maggiore è la percentuale di ragazze e ragazzi che abbandona gli studi, maggiore è, e sarà, il peso e la spesa di questi giovani sulla loro vite e sulla comunità sociale. È noto, infatti, che un buon livello di istruzione e di informazione generi non solo occupazione ma anche soddisfazione personale, gratificazione, prospettive e benessere sociale.

Esiste però, nella mia percezione personale, un elemento che, all’opposto, mi rasserena, nonostante fra le due riflessioni apparentemente non ci sia alcuna connessione.
Si tratta della Teoria sulle Intelligenze Multiple del celebre e acuto psicologo Howard Gardner. La sua teoria, nel saggio Formae mentis (Frames of Mind) del 1983 – sostenuta da ampi studi su creatività e dilemmi dell’educazione (titolo di una delle sue opere), ma anche da analisi dell’apprendimento scolastico oltre che da ricerche empiriche – è stata in decisa rottura con la concezione di Intelligenza unitaria misurabile tramite test standardizzati che forniscono una valutazione dello sviluppo cognitivo individuale (Q.I.). Gardner, riconosce, infatti, l’esistenza di nove Intelligenze, forme diverse di comprendere il mondo, imparare e risolvere i problemi, e queste intelligenze, secondo lui, coesistono in ciascuno di noi in equilibri diversi e variabili.

Ora, credo che oggi, più che mai, per sostenere un’istruzione che viene abbandonata in percentuale dolorosa, sia necessario dare alla Scuola tutti gli strumenti nuovi e possibili per scongiurare questo dato alla luce della composizione dei ragazzi che la frequentano, tutti intelligenti ma tutti in modo diverso (Intelligenza logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, cinestetica, interpersonale, intrapersonale, aggiungendo poi negli Anni ’90, la naturalistica e la filosofico-esistenziale).

La mia proposta oggi è di lavorare sui I Miserabili di Victor Hugo, in modo trasversale. A scuola il romanzo del 1862 non può essere affrontato integralmente nei sui cinque tomi; in alcune scuole accade più spesso ne vengano esaminati i passaggi salienti, chi lo desidera poi potrà completare la lettura in autonomia. In quell’opera c’è molto, gli stenti, la lotta, il potere ingiusto e insidioso, l’affetto travolgente, l’abbandono genitoriale.

I Miserabili | Notizia Riconnessioni

Conoscere lo svolgimento della trama del capolavoro e possedere i riferimenti storico-politici è la base di partenza per procedere con un lavoro sui linguaggi diversi che si avvale proprio del passaggio da una forma narrativa ad un’altra per ottenere una maggiore attenzione dai ragazzi e successo didattico.

Il primo necessario approccio è pertanto la lettura del testo, anche parziale, e dello sviluppo della narrazione, poiché nessuna altra forma potrà sostituire il testo scritto nell’offrire questo grande affresco della società dell’epoca. Ma è altrettanto vero, che c’è chi non ce la fa, chi non ne ha voglia, chi ha un tempo lungo di resistenza sull’estensione di un romanzo, chi ha un’intelligenza che chiede altri contenuti.

Inoltre, imporre la lettura è impossibile, talvolta, controproducente; dovremmo saper attirare i ragazzi con l’interesse, solleticato da linguaggi affini ai loro, su argomenti importanti per poi portali a leggere e a informarsi spontaneamente, è una strategia ragionevole.

Solleticare questo interesse è nelle facoltà e capacità del docente, ma – ed ecco che qui arrivo al focus del contributo – in particolari contesti scolastici si potrà creare un ambiente di apprendimento sostenuto da risorse alternative, combinate, digitali e multimediali per un apprendimento di supporto alle intelligenze più diverse.

L’app I miserabili – Il fato di Valjean (qui per iOS), dello sviluppatore Microids ci porta nel cuore della storia e nelle ambientazioni della Parigi ottocentesca con illustrazioni dettagliate e ricche fra rivolte e fughe, ritrovando Cosette, il perfido poliziotto Javert, i monelli di strada, l’idea di una vita disperata e degna di riscatto, qui intrisa di interattività e ricerca di elementi nascosti che portano avanti la narrazione grazie agli indizi da raccogliere e al dialogo da attivare. La colonna sonora incalzante è motore di questa avventura grafica. La versione interattiva si discosta anche dall’elegante trasposizione cinematografica del regista Riccardo Freda del 1948 (con Gino Cervi) per gli amanti del bianco e nero e per chi fosse interessato a introdurre con i ragazzi una riflessione sul linguaggio cinematografico, in questo caso, retrò.

Si può lavorare a lungo e bene con risorse miste; non posso sostenere che sia un metodo infallibile, il buon esito dipende anche da molte variabili. Quello di cui sono certa è che portare in classe questo genere di attività attiva una didattica nuova, una didattica per tutti, inclusiva e inter-intelligente.

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