Fra interattività e poesia a scuola
La bellezza di introdurre il digitale a scuola dipende dallo sguardo con cui lo guardiamo, dall’interesse che dedichiamo alla selezione dei contenuti pertinenti per lavorare con i ragazzi.
Sì, di bellezza del digitale, penso si tratti proprio di questo! Non solo di utilità, opportunità o convenienza. Se siamo noi i primi a credere che strumenti e contenuti innovativi possano sostenere e dare gioia nel lavoro di insegnare e trasmettere competenze per le nostre materie, il risultato sarà, inevitabilmente, appagante, la risposta del gruppo classe sarà calorosa, confortante. Non è necessario essere appassionati di tecnologia; io, ad esempio, non lo sono eppure sono motivata a capire quali risorse abbiamo a disposizione per agganciare – meglio e di più – l’interesse di bambini e ragazzi evitando isolamento sociale, abbandono scolastico e povertà educativa.
Informazioni e concetti transitano su tanti supporti e tanti linguaggi ma, oggi, avere a disposizione app e contenuti da usare direttamente in aula, è un vantaggio e un valore poiché i contenuti tecnologici abbracciano l’entusiasmo evidente dei giovani e ci saziano di bello. Un indicatore del vantaggio che un’ampia varietà di linguaggi espressivi rappresenta per l’istruzione è la scelta di numerose scuole secondarie di primo grado di diversificare l’offerta formativa in indirizzi: matematico, musicale o cinematografico, sulla base, appunto, di questi differenti linguaggi, dedicando spazio alla creatività e alle inclinazioni individuali. Le risorse che il digitale propone di utilizzare sono vaste (dai video ai podcast, dalle app ai documentari…) e nello spirito di questa rubrica oggi segnalo un’app che può ottenere un buon coinvolgimento fornendo varie forme di approfondimento.
Non è stato banale scovarla, era ben nascosta nello store; è l’app In the Garden of Dandelions con testo di Noelia Blanco e oniriche illustrazioni di Valeria Docampo, pubblicata dal team Mixtvision Games, qui per IOs e di cui Terre di mezzo ha portato in Italia il cartaceo corrispondente nella collana l’Acchiappastorie.Va detto che è disponibile in inglese, tedesco e francese, non in italiano, per cui è richiesto all’insegnante uno sforzo ulteriore nel presentarla alla classe, uno sforzo che non deve essere taciuto neanche ai ragazzi. In tal modo sperimenteranno direttamente che l’accesso alle risorse in una lingua diversa dall’italiano non deve essere un ostacolo (cosa che peraltro alcuni di loro sanno già perché guardano serie solo in lingua originale). Che i ragazzi si relazionino con fonti di istruzione in tutte le lingue a loro accessibili, è un bene e in questo senso tutto il digitale è un grande traino.
In the Garden of Dandelions è un’app dalla struttura insolita e dall’incedere elegante che presenta momenti di gioco e momenti narrativi alternati con armonia. È la storia di Anne, una sarta che vive nella Valle dei Mulini (questo è il titolo nella traduzione in francese e nell’albo in italiano), in un mondo di assoluta perfezione creata da macchine perfette che assicurano e garantiscono agli abitanti di non doversi preoccupare mai per nulla, “bastava premere un bottone per vivere un momento perfetto, mangiare un dessert perfetto, avere un amico perfetto”. Ma è felice questo tipo di vita? Totalmente spogliata da desideri, da sogni e dalla capacità stessa di sognare, la vita non risulta una noia mortale! Anna e l’Uomo Uccello, che ha bisogno del vento per realizzare il suo sogno di volare, sono l’incarnazione della ricerca, dell’ispirazione, di una storia sempre attuale.
La stortura quasi distopica della premessa narrativa, a mio parere, è il primo motivo di interesse che una storia così ben raccontata può suscitare nei ragazzi. Porta ad avviare una riflessione sul significato della felicità, della capacità di reagire alle situazioni, della voglia di pretendere qualcosa di diverso. Le fasi di gioco e di racconto si alternano come capitoli di un unico e lungo scenario cinematografico, l’obiettivo è la partecipazione diretta favorita dall’interattività prevista per raccogliere tutti i soffioni sospesi in aria. Tecnicamente non è un punta-e-clicca, l’interazione con i fiori “volanti” segue uno schema fisso, ma deve essere analizzata dai ragazzi nel suo funzionamento per gestire al meglio le improvvise folate di vento e la messa in moto delle pale dei mulini.
La raccolta dei soffioni presenta ostacoli, piccole improvvise comparse da evitare (uccellini, rocce) per non perdere i soffioni già accumulati. Man mano che il gioco narrativo avanza Nella Valle dei Mulini, pur mantenendo la ripetitività, le interazioni delle manovre di volo si fanno più impegnative ma senza perdere di vista il motivo di questa poetica interattività: avvicinare i ragazzi alla scrittura, alla lettura, all’ascolto delle storie per assorbirne, a poco a poco, le meccaniche. Una didattica innovativa quando osa, sperimenta, quando cerca nella tecnologia la voce poetica di una storia come questa e la rende accessibile ai ragazzi, la rende strumento di apprendimento e veicolo per un mondo di saperi: analisi logica, concettuale, stilistica delle immagini e anche narrativa, cinematografica e di confronto con il linguaggio dell’albo. Qui il contesto incanta con l’ascolto della colonna sonora e del testo in un’interattività beata e catartica.
Il mondo del digitale narrativo e di gioco offre la chance di riflettere e crescere con bambini e ragazzi a scuola per una didattica a misura dei ragazzi di oggi.